Che differenziata è questa?


Sul finire dell’anno è prassi comune stilare bilanci anche per il mondo della politica e delle Amministrazioni. Dopo la pubblicazione, poche settimane fa, dell’annuale classifica della qualità di vita delle Province italiane, il 20 dicembre u.s. è stato pubblicato il “Rapporto Rifiuti Urbani” edito da ISPRA (ISBN: 978-88-448-0791-7), giunto oramai alla sua 18ma edizione. Il Rapporto 2016 raccoglie una estesa analisi (riferiti all’anno 2015) svolta dal Servizio Rifiuti dell’ISPRA, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 189 del d.lgs. n. 152/2006. Il documento, voluminoso, può essere visionato anche via web all’indirizzo del Catasto Rifiuti di ISPRA, in maniera più facile e pratica per effettuare analisi incrociate dei dati, per Comuni, Province e per Macro Aree territoriali.

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Cosa possiamo evidenziare ad una prima analisi, in merito al nostro ambito territoriale? Mediamente, la Provincia di Pavia registra una quota di Raccolta Differenziata pari al 39,69% (nel 2014 era il 37,57%) del volume totale di rifiuto prodotto, un dato inferiore alla media nazionale del 45,7%. In Provincia solo 9 Comuni (tra i quali il più popoloso risulta essere Cava Manara, con poco più di 6700 abitanti) riescono a vantare una percentuale di Raccolta Differenziata superiore al 70% (i “primi della classe” in Provincia).

I capoluoghi dei tre territori della Provincia di Pavia (Pavia per il Pavese, Voghera per l’Oltrepo e Vigevano per la Lomellina), mostrano quote inferiori alla media provinciale, con trend di crescita che non posso essere soddisfacenti se confrontati con altre realtà del Nord e per una condizione, non marginale, di scarso sviluppo culturale, sociale ed economico che può essere associato all’implementazione e sviluppo della RD.

Fonte: Catasto Rifiuti – ISPRA

La Città di Vigevano nel 2015 ha superato il capoluogo provinciale Pavia, facendo registrare una quota di RD del 36,76% con tassi di crescita più sostenuti, mentre Voghera raggiunge un più limitato 31,40%, dopo aver toccato un minimo nel 2011 con il 21,45%. Per altre analisi e comparazioni, si rimanda al sito del Catasto Rifiuti dell’ISPRA.

E’ chiaro che la RD non rappresenta un valore aggiunto in Provincia di Pavia, ciò può dipendere da una scarsa presa di coscienza da parte di chi gestisce il servizio rifiuti (dall’Amministrazione Pubblica al Fornitore del servizio, pubblico o privato), fino al cittadino medio. A  parer mio, una componente importante, anzi discriminante al tempo stesso,  è  rappresentata da un difetto di natura prettamente culturale, che porta in maniera fin troppo sbrigativa, a diffidare certi nuovi   comportamenti o prassi “domestiche”, pregiudicando l’efficacia della RD stessa. Lo si sente spesso dai commenti quando si toccano questi argomenti: la scomodità di avere più bidoni in casa, non poter gettare la spazzatura quando e come si vuole, rispettare certe modalità, utilizzare le piazzole ecologiche, ecc… Tuttavia, il mondo va avanti, e nuove politiche e nuovi obiettivi impongono un nuovo comportamento. La RD ha un peso non indifferente nel costo medio pro capite. È facile comprenderlo se pensiamo che le ditte appaltatrici devono equipaggiarsi di più mezzi, specifici per ogni tipologia di rifiuto (carta/plastica, vetro/alluminio) i quali, conseguentemente, devono compiere più viaggi e quindi dovendo ammortare più costi.

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Da qui nasce la necessità di applicare in maniera più rigorosa le modalità di separazione e classificazione dei rifiuti in casa, per ottimizzare e rendere più efficace la RD. Se da una parte le discariche non sono più una soluzione adatta per lo stoccaggio e destino dei rifiuti, anche perché è cresciuta molto la sensibilità da parte dei cittadini per queste tematiche; dall’altro parte c’è un aspetto tecnico ed industriale che vede nella differenziazione dei rifiuti la possibilità, attraverso opportuni impianti e tecnologie, di ricavare energia (FORSU, ad esempio), oltre al classico riciclo di carta e plastica (materie prime seconde).  Pertanto, la RD risulta essere uno strumento utile rispetto alla gestione dei rifiuti fatta in passato, con più competenze, più tecnologia e maggior etica dell’ambiente, con un grande impatto e ricadute in termini economici e sociali. I risultati poco lusinghieri nella media della Provincia di Pavia (ma soprattutto dei tre centri territoriali di riferimento), devono far riflettere le rispettive Amministrazioni per poter agire in maniera più efficace lungo la filiera che parte dal Cittadino e giunge fino al Gestore. Questi dati devono far capire che una gestione più rigorosa può creare una maggior consapevolezza nei suoi cittadini, i quali potrebbero a loro volta diventare un benchmark, fino a condizionarsi reciprocamente in maniera virtuosa ed eticamente più corretta da parte di entrambe le parti: i cittadini più attenti ed esigenti nel ricevere un servizio e l’Amministrazione più attenta nel rispetto e nel garantirlo. Può essere complicato per le piccole realtà locali, ma abbiamo visto che tale problema può non essere limitato alle dimensioni di un centro ma da una serie di competenze complementari e trasversali che devono costituire un background culturale indispensabile.

Paolo M. Micheli @Paolo_Micheli

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Emmanuele Crespan ha detto:

    Ho letto molto in fretta per ora, ma c’è da dire che l’analisi determinate sarà quella sui dati dell’anno prossimo, che comprenderanno la raccolta porta a porta effettuata in tutto il comune di Pavia.

    Vedo ancora i cassoni dell’indiferenziata molto pieni, ma vorrei sperare di non sentir più parlare di quote di differenziata miserevolmente sotto al 50%

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    1. thenoisefrompavia ha detto:

      Hai ragione. Il fatto è che anche a livello globale provinciale le cose non vanno bene. Anzi, paradossalmente, vanno molto meglio in certi piccoli Comuni rispetto a quelli più popolosi. Ribadisco: molto è l’atteggiamento del cittadino che per primo deve cambiare certe abitudini…

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